E sì, proprio così: 44 gatte! E poi 264, e poi 792, e poi…… sempre di più! E in poco tempo altro che ordinate file per 3 e altro che baffi e code ben allineati! Più facilmente dozzine di mici un po’ macilenti, in condizioni di salute precarie, che si nutrono di avanzi delle nostre pattumiere e che si installano in zone poco adatte a loro e poco gradite a noi!
No, non stiamo …..dando i numeri, né immaginando una brutta versione “pulp” della datata ma ancora famosa canzone dello Zecchino d’Oro. Vogliamo, più semplicemente, invitare a ragionare su quali siano le cifre e le conseguenze che in breve tempo si possono ricondurre ad uno sviluppo non controllato degli animali sul territorio (gatti in questo caso, ma potrebbe valere lo stesso ragionamento per i cani).
I gatti, infatti, sono animali molto prolifici: raggiungono in fretta la maturità sessuale, possono adattarsi (e, perciò, nuovamente a riprodursi) anche a condizioni di vita sfavorevoli (ma non senza conseguenze per la loro e, qualche volta, anche per la nostra salute) e riescono a fare tutto ciò praticamente in qualunque tipo di ambiente.
Questo vuol dire che una piccola micia abbandonata (sì: spesso è il malcostume umano che rende più critiche determinate situazioni!), se riesce a evitare ruote di automobili, a sfuggire a qualche cane mordace (magari aizzato volutamente), a non incappare in teppistelli in vena di bravate, se riesce a procurarsi un po’ di cibo ed un rifugio, prima di raggiungere i 12 mesi di vita sarà già andata in calore e avrà sfornato la sua prima cucciolata di 3 o 4 gattini. Poi, almeno un paio di volte all’anno, ma a volte anche più spesso, i calori si ripeteranno ed in breve tempo la nostra gattina diventerà mamma ancora molte volte, ma anche nonna e bisnonna, visto che tutte le sue figlie, come lei, intorno ai 7/8 mesi saranno a loro volta pronte per rimanere incinte. Certo non tutti i cuccioli potranno sopravvivere ai rischi di cui sopra e ad altri pericoli, oppure molti si ammaleranno e moriranno, o non saranno in grado di trovare cibo a sufficienza. Ma il saldo, almeno sotto il punto di vista quantitativo, sarà sempre di segno positivo e quindi, con il tempo, destinato a condurre a numeri in crescita in modo preoccupante.
EporediAnimali, come associazione che persegue innanzitutto il benessere degli stessi, non può disinteressarsi a questo tipo di situazioni, e confidare in una sorta di “autoregolamentazione” del sistema, in cui incidenti, malattie, condizioni particolarmente avverse, bastino a far sì che i pochi gatti di un cortile o di un giardino pubblico non diventino, nel giro di un paio d’anni, diverse decine.
L’Associazione ritiene infatti che l’attuale convivenza tra umani ed animali in comuni e città presenti situazioni diversissime da quelle che in natura (o anche semplicemente nelle campagne di una volta) consentivano appunto il crearsi di un equilibrio che poteva prescindere da un intervento attivo dell’uomo. Nella realtà quotidiana esiste ormai ben poco di naturale: ogni equilibrio sposta inesorabilmente la bilancia a sfavore degli animali i quali, se non rientrano tra i fortunati dotati di “padrone”che a pieno titolo vivono all’interno delle nostre case e condividono i nostri agi, devono affrontare una quotidiana lotta per la sopravvivenza più ardua e sleale di quella che regolava il succedersi delle generazioni di felini nelle aie e nei fienili di 50 anni fa.
Ma le attività dell’Associazione, oltre che al prioritario aspetto dell’amore verso gli animali, rispondono anche alla soddisfazione di un interesse assolutamente “umano”. Sebbene infatti non si debba considerare l’esistenza di colonie feline su territorio come un elemento di per sé problematico o negativo, è essenziale che le stesse, per le ragioni esposte sopra, non vengano totalmente ignorate, ma, al contrario, siano sottoposte a periodiche attività di controllo e, in qualche modo, di gestione, innanzitutto per quanto riguarda l’aspetto nevralgico del controllo delle nascite.
Se costituite da un numero non esagerato di animali mantenuti in buone condizioni di salute e se localizzate in aree prive di specifiche controindicazioni, le colonie possono integrarsi ottimamente nella vita delle comunità umane, tanto che in molti luoghi esistono oramai interessanti esperimenti di enti di vario genere che hanno deciso di abbandonare la strada dei tentativi di “estirpazione” o anche solo della mera “sofferta tolleranza”, per avviare modelli di convivenza basati sulla ricerca del reciproco vantaggio e , perché no, contenenti anche elementi di affezione.
I volontari di EporediAnimali, con la collaborazione di alcuni veterinari dell’area Canavesana, da anni sono particolarmente impegnati in queste attività di monitoraggio e intervento sulle colonie feline. Essi indirizzano molte delle risorse dell’Associazione, intese sia in termini di dispendio economico che di tempo dedicato, alla cattura degli animali e alla pratica delle sterilizzazioni, a cui fanno seguito il successivo rilascio e l’effettuazione di periodiche verifiche sullo stato delle colonie.
Naturalmente pari attenzione viene prestata verso gli animali ospitati nel rifugio-gattile, i quali oltre che nutriti vengono quando necessario curati e, se di età adeguata, vaccinati e sterilizzati.
Nel corso dell’anno 2018 i volontari sono riusciti a trovare risorse per far sterilizzare/curare/gestire circa 350 gatti. L’impegno economico riguarda spese veterinarie straordinarie” (es: interventi pesanti su animali vittime di gravi incidenti o per la cura di cucciolate trovate in pessime condizioni di salute o ancora abbandonate a pochissimo tempo della nascita), da aggiungersi a quelle, per così dire, standard (cioè legate a controlli periodici, vaccinazioni, sverminatura dei cuccioli, piccole operazioni, cure per malattie tipiche dei felini, come rinotracheiti, congiuntiviti e micosi). In questo lasso di tempo i Comuni e le Asl, anche se individuati dalla legge come unici attori protagonisti, non hanno contribuito né economicamente, né praticamente alla prevenzione e gestione del randagismo, pertanto l’associazione ha terminato le scorte economiche a disposizione e non è più in grado di assicurare il servizio alla popolazione.
Identificazione e destinazione dei fondi raccolti
Proprio da queste esperienze e dalla convinzione della loro utilità per il territorio, nasce il progetto che Eporedianimali intende portare avanti nell’anno 2019.
Infatti se molte cose sono state fatte, purtroppo, per mancanza dei fondi necessari, molte altre rimangono da fare. E mentre per le attività più operative l’Associazione ritiene di poter raggiungere nuovi obiettivi facendo affidamento sulle proprie sole forze, ha invece bisogno di poter contare su un aiuto consistente, quantificabile e garantito in un determinato arco temporale, per quanto concerne la copertura di un più oneroso ammontare di spese veterinarie derivanti da interventi chirurgici.
La voce di spesa più pesante (50%) è legata a costi per gli onorari dei medici veterinari (che pure praticano all’Associazione condizioni di favore rispetto ai tariffari abituali) e per i presidi sanitari da utilizzarsi (farmaci anestetici, kit analisi, ago e filo da sutura, soluzione fisiologica, disinfettanti, ecc…), vale a dire spese sostituibili solo in minima parte con prestazioni volontarie dei soci o raramente evitabili grazie ad offerte e donazioni (cosa che può invece talora capitare, ad esempio, con gli alimenti). Anche se l’ASL è un pubblico servizio che dovrebbe assicurare per legge quanto sopra descritto, nella realtà dei fatti non interviene, è totalmente assente.
L’Associazione si trova quindi frequentemente a dover contenere le uscite per tale voce entro limiti decisamente inferiori rispetto ai reali fabbisogni, oltre a trovarsi ulteriormente ostacolata dall’elemento dell’incertezza circa le tempistiche di disponibilità di liquidi.
La possibilità di accedere ad una fonte di finanziamento regolare, di entità (per i parametri dell’Associazione) abbastanza consistente e connotata da una più sicura prevedibilità, costituirebbe perciò un asset veramente prezioso, che consentirebbe di elevare notevolmente gli obiettivi di spesa.
Al momento EporediAnimali è indirizzata a rinforzare due principali fonti di entrate:
– le donazioni di privati (ad esempio il progetto Teaming, che permette la donazione regolare di 1 €/mese, oppure altri metodi quali le adozioni a distanza, vedasi www.eporedianimali.it)
– la richiesta ai Comuni di un fondo regolare come avviene per il canile.) Il direttivo dell’associazione è volto a costruire un dialogo con il Comune di Ivrea in primis e con quelli limitrofi in seconda battuta, attraverso l’aiuto di un avvocato che aiuti i cittadini e gli amministratori ad interpretare ed applicare la legge.